sabato 11 novembre 2017

UN GIARDINO IN CASA

Come si fa a ricavare uno spazio esterno all'interno di appartamenti senza balcone o giardino?

Spesso se si possiede una casa nel centro storico delle grandi città piuttosto che in alcune periferie, progettate negli anni 70 dove lo spazio esterno era concepito solamente come uno spreco, questo è uno dei problemi principali che i proprietari si pongono.

Si tratta di dedicare una piccola porzione di metri quadri dell’appartamento per creare qualche cosa, non solo di bello ma anche molto utile: le foglie delle piante assorbono l’anidride carbonica e restituiscono ossigeno, inoltre influenzano la temperatura e la qualità dell’aria regolano l’umidità e rinfrescano gli ambienti troppo caldi.

I problemi più comuni

Ci si domanda di questioni essenziali tipo:
-          dove mettere la spazzatura in attesa del giorno del ritiro;
-          dove stendere senza rischiare di ritrovarsi muffa o cattivo odore;
-          dove riporre stracci umidi e secchi per la detersione di casa;

Ma non si tratta di problematiche semplicemente pratiche perché analizzando bene il problema ci si presentano anche problematiche tecniche ed architettoniche come:
-          l’illuminazione di vani cechi tipo bagni o lavanderie soggetti spesso a umidità 


-          la nobilitazione di ingressi senza finestre che potrebbero diventare un perfetto biglietto da visita per l’appartamento donando un tocco di stile unico;
-          la decorazione di spazi di rappresentanza;

Che tipo e come?

Non ci si deve spaventare, l’Architettura e Design d’Interni negli ultimi anni è stata molto prolifica di idee e realizzazioni. La declinazione di spazio esterno ha subito infinite varianti e sdoppiamenti. Sono tante le soluzioni che si possono realizzare:

Loggia: uno spazio aperto solamente su un lato e comunicante con l’interno del vano. Una soluzione pratica per quegli appartamenti di ampie dimensioni che possono sottrarre alla superficie complessiva del vano principale dotato di più aperture
Patio interno: il recupero del “concept” dell’Impluvium delle Ville Romane si riesce a creare un giardino interno con una cascata di luce proveniente dall’alto. Una soluzione per ultimi piani o mansarde che possono permettersi delle aperture sul soffitto.
Aiuola: un angolo del salotto, una fascia sotto la finestra (dove non presente il calorifero) o lo schienale del divano ad isola, sono solo alcuni delle possibili location per una perfetta oasi di verde che possa arricchire un salotto chic.

Parete divisoria: Se non si hanno problemi di provaci si potrebbe pensare ad un elemento verdeggiante intensivo e racchiuso tra pareti di vetro a divisione di ambienti della casa come bagno/camera da letto o camera/salotto.
Giardino verticale: se la casa è piccola e non si vuole rinunciare a nulla ecco l’esempio perfetto. Una meravigliosa parete verde verticale con le fragranze più comuni o semplici piante sempreverdi.

Regole
Attenzione a seguire queste semplici regole altrimenti ci si ritroverà come nel deserto, piante secche e nature morte:

Grandezza: Scegliere la dimensione esatta e la tipologia non è facile. Se si dispone di ampi spazi è sicuramente più semplice ma il consiglio è di non superare il 10-15% della superficie del locale
Piante: nessuna limitazione solo qualche accorgimento. Non date un senso logico alle piante, più sono differenti e a distanze diverse più daranno l’idea di un giardino rigoglioso. Se poi siete amanti dell’ordine ricordate di mettere le piante in ordine crescente con le più alte in direzione opposta alla fonte di luce principale.
Illuminazione diretta o indiretta: Sembrerebbe che le piante abbiano bisogno di luce! Effettivamente è vero. Assicuratevi che vi sia abbondante illuminazione naturale, se così non fosse procuratevi delle luci al neon realizzate apposta per le piante, costi ristretti e benefici immediati. In questo caso copiate il ciclo naturale della luce, 8-10 ore in estate e 7-8 ore in inverno… se non volete perdere tempo utilizzate dei timer programmabili.
Struttura: Scegliere se Sagomato su misura o standard. Il materiale del contenitore può essere di qualsiasi tipo: solitamente viene preferito il legno di uno spessore. Assicuratevi che abbia l’interno impermeabile.
Innaffiamento: Piccole quantità d’acqua. Essendo all’interno l’evaporazione è minore e l’umidità rischia di diventare coinquilina. Vaporizzare di frequente sulle radici non sulla pianta in modo da evitare quei brutti aloni sulle foglie. Bagnare poco le piante da fiore che soffrono l’eccessivo innaffiamento e ricordare di mantenere umidi i sassi vicino le piante da sottobosco mediterranee.
Fontane e laghetti: Aggiungere un elemento di arredo che dia stile al giardino interno. Questo aiuterà a stabilizzare l’umidità dell’aria intorno alle piante e ne regolarizzerà la temperatura.


“Una casa senza giardino è come un vestito senza tasche.”_SALVATORE CUTRUPI

giovedì 19 ottobre 2017

HOME STAGING cos’è?

Un bravo progettista è anche un grande marketer”. La cosa più difficile per un Architetto è vendere la propria idea, far in modo che il cliente si innamori del suo stile e del suo pensiero.
PRIMA                                                                                                    DOPO
Nel corso del tempo questo principio è stato preso in prestito ed applicato da molte agenzie immobiliari e privati per valorizzare gli spazi delle proprietà immobiliari al fine di poter vendere nel minor tempo possibile l'immobile.
La definizione: home = casa + stage = palcoscenico = home staging = mettere in scena la casa
C’è chi delle parole “non vendo sogni ma solide realtà” ne ha fatto il suo motto, ma spesso questo non è del tutto vero. Diversi studi dimostrano che catturare l’attenzione dell’acquirente nei primi 90 secondi, rendendo il sogno percettivamente reale, determina la decisione di acquisto.
L’immaginazione di chi acquista casa deve essere stuzzicata, solleticata, ampliata e resa reale. La collocazione di un armadio piuttosto di una poltrona o di un divano o l'uso sapiente dei tessuti d'arredo possono veramente fare la differenza e non tutti hanno una mente reattiva capace di cogliere tutte le potenzialità di ciò che vedono.
Ecco dunque l’Home Stager che propone un mix vincente di marketing immobiliare ed Interior design sfruttando le sue conoscenze progettuali e caratteristiche commerciali:
 - La capacità di rilanciare l’immagine dell’immobile usando tecniche di rappresentazione particolari come uso di colori, stencil, fotografie e tessuti;
- La commercializzazione on-line dell’immobile come primo approccio di selezione e scelta;
- La velocità di realizzazione dell’intervento in manutenzione ordinaria senza burocrazia o permessi;
- La contenutissima spesa grazie al riuso di materiali e la ricollocazione di elementi di arredo presenti nell'abitazione;

PRIMA                                                                                                    DOPO
Regole
Poche e semplici regole permettono una facile realizzazione dell’opera: 
- Analizzare i pregi ed i difetti dell’ambiente per migliorare l’impatto
- Eliminare tutti gli elementi superflui che possano sporcare o influenzare la fantasia dell’acquirente. Immaginare il primo impatto con l’appartamento: i due ambienti chiave sono l’ingresso ed il Salotto che vanno liberati ed alleggeriti. Parola d’ordine: SEMPLIFICARE
- La Pulizia e l’Ordine sono fondamentali. Soprattutto in Bagno ed in Cucina.
- Riparare e rimuovere gli elementi essenziali. Non si tratta di ristrutturare, ma eliminare macchie di umidità, ritinteggiare con colori chiari se non proprio bianco e sostituire o nascondere prese scoperte.
- Aggiungere piccoli elementi decorativi che possano caratterizzare lo spazio e rendere accogliente l’ambiente come candele, vasi e cuscini.
Spersonalizzare! Purtroppo gli oggetti che ci accompagnano nel percorso della vita possono non giovare alla vendita. Foto personali, poster, quadri o complementi di arredo troppo caratterizzati rischiano di frenare l’acquirente.

 “Chi sa carezzare le persone con piccolo capitale fa grosso guadagno.”_GIOVANNI DELLA CASA

mercoledì 27 settembre 2017

LE DIMENSIONI CONTANO? PER LE TINY HOUSES NO!

Sono passati moltissimi anni dal boom economico degli anni 80 e 90, il proliferare di cooperative edilizie, costi al metro quadro risibili, hanno indotto milioni di Italiani a comprare case enormi, in favore di un consumismo sfrenato simbolo di rivalsa sociale.
Koda by Kodasema
Fortunatamente l’ultimo decennio ha visto una forte crisi internazionale economica ma si può dire soprattutto di valori. La coscienza ecologica e ambientale ha cominciato finalmente a prendere sempre più piede. Si cerca disperatamente di contenere costi, ridurre gli sprechi, risparmiare energia e ridurre gli scarti.

Questo ha fatto si che si sviluppasse il “Tiny Houses Movement”, un movimento nato in America ma che sta trovando ampio spazio in Europa negli ultimi anni. L’unione di persone attorno ad un progetto comune con tanto di statuto che fa della coscienza ambientale e sociale, la semplificazione e il vivere in armonia con il mondo della natura, la sua bandiera.

Cosa è una Tiny House?
Sono piccole case di dimensioni ridotte inferiori ai 37 mq ma che si spingono in casi estremi fino a 10 mq complete di tutto il necessario. Sono case spesso realizzate su ruote o palafitte con la caratteristica di poter essere spostate e posizionate in qualsiasi location anche le più suggestive.
Sono costruzioni che presentano ridotti tempi di realizzazione e manutenzione ed un LCA acronimo inglese di Life Cycle Assessment (analisi del ciclo di vita) molto basso, con lo scopo di ridurre l’impatto ambientale di ciascuna delle fasi di cui si compone l’intero ciclo di vita, perfettamente in linea con le direttive europee in tema di riduzione dei rifiuti e di risparmio energetico, essendo dotate di diversi sistemi di risparmio energetico come pannelli fotovoltaici e pannelli solari per il riscaldamento dell’acqua sanitaria.
Accanto foto del modulo abitativo “Diogene” by Renzo Piano
Questione di stile
Si tratta di eliminare il superfluo. Non è fatta per gli accumulatori seriali o per le gli amanti dello shopping. L’abitudine di ciascuno di noi di accumulare oggetti personali, libri, vestiario, scarpe ed oggettistica varia, deve essere abbandonata.
Uno stile pulito, minimal e razionale è alla base delle scelte progettuali per la Tiny House.
Si fondono i principi Architettonici ed esperienze provenienti dalla progettazione di camper e soprattutto Yatch, dove il lusso è condensato in pochissimi mq, dove le soluzioni spaziali si sono spinte all’estremo della razionalizzazione.
Permessi in Italia
Attenzione! in Italia questo tipo di casa comunque soggetta ad autorizzazione!
La realizzazione di modesti fabbricati in legno, privi di qualsiasi fondazione stabile e pertanto di palese rimovibilità, è riconducibile all'attività edilizia liberaper la quale occorre presentare la Comunicazione di inizio dei lavori CIL. e deve essere esclusivamente adibita a magazzino/deposito attrezzi per giardinaggio o al gioco dei bambini, fino ad una superficie coperta massima di mq. 8,00 e di altezza in gronda non superiore a m. 2,20.
Se il manufatto supera i limiti sopra descritti, è da considerarsi Nuova Costruzione, per la quale serve un titolo autorizzativo che si chiama Permesso di Costruire e deve rispettare tutte le prescrizioni del Regolamento Edilizio e PRG.
Il problema più grosso è che non si otterrà l'abitabilità, quindi non puoi prenderci la residenza e le utenze ti costeranno come seconda casa. Secondo problema, non piccolo, gli scarichi delle acque nere. L'allaccio alle fognature è complicato e costoso per questo genere di installazioni, l'unica soluzione è una fossa biologica ma sei soggetto a vincoli ambientali ed autorizzazioni non semplici da reperire.

“La mia casa è piccola ma le sue finestre si aprono su un mondo infinito.”_CONFUCIO

sabato 16 settembre 2017

LE PARETI MATERICHE

Ognuno ha il suo stile, il suo gusto la sua visione del proprio appartamento e ciò è estremamente visibile e d’impatto se si sceglie di esprimerlo direttamente sulle pareti al di là del mobilio che si sceglierà di inserire negli ambienti.
















Ci sono fondamentalmente due scuole di pensiero che caratterizzano le scelte del colore direttamente sulle areti: la prima è "FACCIAMOLO"  e la seconda è "MA NO DAI! TANTO I TESSUTI E TENDAGGI BASTANO!"
Può sembrare banale ma la prima scelta è forse quella più complessa da intraprendere.

Domande tipo: E se poi mi stanco del colore? E se poi non trovo il complemento d’arredo adatto? E se poi… e se poi…. Bhè e se poi… allora basta passarci un bel primer e dare un’imbiancata!

Bisogna osare nelle ristrutturazioni. Il carattere forte del committente deve essere espresso. Bisogna essere però essere guidati in maniera chiara dal professionista e spesso anche dal pittore che poi realizzerà l’opera. I consigli ed i suggerimenti che arrivano devono essere colti come “manna dal cielo” ed arricchiti con le mille idee che ognuno ha visto, magari a casa di amici o semplicemente su una rivista per la casa dei propri sogni.

Di stili ne avremo da elencare infiniti ma forse quelli più meritevoli di citazione sono 3:

1 _ EFFETTO CEMENTO, INDUSTRIAL STYLE
Come rinunciare a portare un po’ di una grande metropoli come New York sulle pareti del nostro appartamento?
Realizzare una bellissima parete in effetto cemento armato richiede molta attenzione, proporzioni giuste e senso della sfumatura del colore. Ma NON è semplice credete.
In commercio trovate le vernici giuste per poterlo fare. Non vi spaventate quando leggerete le istruzioni perché per raggiungere un buon risultato 4 mani con diverse tipologie di applicazioni sono il minimo sindacale per avere un effetto Industrial Loft come desiderate.
Ma in fondo ne vale la pena ed il merito di ciò è della grande eleganza che è in grado di conferire all’abitazione e allo stesso tempo della sua modernità.

2 _ EFFETTO SABBIA
Impreziosire l’appartamento con colori caldi delle tonalità della terra per rendere gli ambienti più luminosi e più spaziosi è possibile.
Se siete amanti dello Stile Rustico, magari per far assomigliare la vostra casa ad una magione di campagna dei primi del 900 o ad una villa sulla spiaggia con vista Mare (anche se spesso il mare lo vediamo solo in estate!), l’effetto sabbia è quello che fa per voi.
Ruvido agli occhi ed anche al tatto è utilissimo per rendere elegante e raffinata una parete della camera da pranzo magari a contrasto con dei mobili laccati moderni o la parete del retro del letto sulla quale appoggiare una testiera in legno antico (eredità di qualche Nonno)
Non vi preoccupate di venature o imperfezioni perché è questo il tipo di emozione che deve dare. Una parete disomogenea, anche con piccoli difetti diventerà il punto focale della stanza, donandole un carattere forte e deciso.

3 _ SPATOLATO

L’apice dell’eleganza, usato da secoli, in più culture e stili diversi ma anche complementari. Lo spatolato fonde in sé caratteristiche molto diverse come colore, texture, grana del materiale, vibrazione della luce, ruvidezza e mano d’opera. La loro combinazione e la variazione di anche una sola rendono pressoché impossibile prevederne il risultato.
In questo caso la sensibilità del pittore, la mano leggera o pesante e i movimenti effettuati, sono gli elementi fondamentali.
Per esperienza personale e per gusto ritengo sia necessario utilizzare colori tenui, tinte leggere per giocare più sulla struttura del materiale e sul riflesso generato dalle spatolature.
Ciò non toglie che se si vuole replicare la bella époque rappresentativa di una fase ricca e carica di colore, ornata da pesanti tendaggi in velluto e colori accesi come rosso vermiglio o pompeiano questa tecnica di pittura è forse tra le più indicate.


Comunque vogliate il vostro appartamento il consiglio è di osare, tentare, sperimentare e alla fine godere del risultato!

giovedì 7 settembre 2017

CUCINA ABITABILE O ANGOLO COTTURA?

Recentemente si sente sempre più il bisogno di aggiungere l’aggettivo “abitabile” al concetto di cucina. Se prima si dava per scontato il tavolo in un’ampia stanza della casa adibita a cucina, oggi ci si sta spostando verso l’estremo opposto: l’angolo cottura (senza necessariamente arrivare al famoso Taaac… di Renato Pozzetto ne “Il Ragazzo di Campagna”)

Ma perché questo cambiamento?

È dovuto a diversi aspetti. Uno di questi è certamente l’aumentare dei prezzi degli appartamenti. Si tende infatti a sfruttare i metri quadri dedicati alla cucina per la realizzazione di una seconda cameretta da letto magari per il nuovo nato. Attenzione! Spesso però il cambio è contro la normativa perché le cucine progettate di nuova realizzazione si aggirano tra i 5 / 8 mq mentre una camera da letto ha bisogno di almeno 9 mq.

Un secondo aspetto è sicuramente il cambiamento dei comportamenti sociali occorsi negli ultimi 20 anni anche e soprattutto all'interno del ménage familiare. Se prima i pasti erano considerati sacri, un momento di convivialità, di scambio di informazioni e racconti, oggi con l’introduzione della tecnologia, TV, tablet e cellulari, si tende a vivere ognuno nel proprio mondo. La convivialità e la condivisione hanno subito un radicale ridimensionamento.

Gli schemi di comportamento si sono evoluti anche dal punto di vista di come si vivono gli spazi.
La moda della cucina a vista, la frenetica vita sociale che ci porta a cucinare in presenza degli ospiti, la necessità di controllare i bambini in salotto mentre si prepara la cena… sono tutti elementi dai quali non si può prescindere per la scelta.

Ovviamente le soluzioni architettoniche, da progettare al meglio per sfruttare ogni singolo centimetro di spazio utile e per mettere insieme tutte le occorrenze, ci sono ed oramai anche molto inflazionate, come:

- Pannelli scorrevoli per limitare gli odori e dare un’apparenza di indipendenza al locale;
- Cucine ad armadio
- Cucine di design integrate al living
  
Resta comunque sempre una scelta legata al retaggio culturale della persona che decide di vivere lo spazio e per chi sente ancora l’esigenza di vivere la cucina come spazio a sé stante non bisogna dimenticare che esiste la possibilità di divertirsi e sbizzarrirsi nello scegliere la soluzione che più si adatta ai propri gusti dal classico al moderno e per i veri amanti della cucina un vero must: l’isola.

giovedì 24 agosto 2017

ARMADIO O CABINA ARMADIO?

Quanti di voi, sarebbero disposti a vendersi l’anima per una cabina armadio?


La scelta del genere plurale non è scontata. Oggi tutti, uomini e donne, dimostrano uno smodato interesse per questo ambiente. Dalle donne che ne sognano una sfavillante illuminata a giorno, posto ideale dove nascondere, ma allo stesso tempo mostrare, la collezione infinita di scarpe… agli uomini che non vedono l’ora di poter con un solo colpo d’occhio abbinare la giusta camicia alla giacca ideale e poter scegliere liberamente senza sforzo la cravatta perfetta.

Molti clienti a questa domanda sgranano gli occhi e ti guardano fisso e ti dicono… se mi tiri fuori la cabina armadio ti pago di più! … peccato che poi non accade mai!

Film e riviste l’hanno trasformata nel simbolo della vanità, della ricchezza, dello snobismo… ma infondo è una comodità infinita oltre un risparmio economico notevole. La comodità di avere tutto sott’occhio, di poter all’occorrenza buttare la borsa del calcetto senza lasciarla in mezzo all’ingresso, non ha prezzo!

L’esperienza e la specializzazione nella professione, nonché la sperimentazione con clienti illuminati e pronti a rinunciare ad un minimo confort in più, ha portato ad uno studio approfondito dello spazio salva spazio per eccellenza.

Di seguito ecco qualche suggerimento per avere una cabina armadio degna di Carrie Bradshaw.
I ragionamenti che troverete sono basati su case di 40 mq in modo tale da poterli adattare senza alcun problema a tutte le metrature superiori.

LE MISURE
la prima cosa da analizzare è lo spazio che serve per muoversi. Non bisogna pensare di sacrificarlo è fondamentale. Lo spazio opportuno e consono è minimo 80x80 cm. È la metratura minima che ci permette di alzare le braccia e poter prendere gli indumenti appesi più in alto senza rischiare di rimanere incastrati.

LA PROFONDITA’ DEI MOBILI
Le tipologie sono infinite, partendo da mobili standard di grandi case produttrici, fino al disegno su misura realizzato dal falegname di fiducia.
Per una cabina armadio funzionale, di qualsiasi dimensione, le profondità minime giuste sono:
-      37 cm per qualsiasi genere di ripiano, cassetto, cestello, appendi pantaloni o portacravatte;
-      55 cm per qualsiasi mobile contenitore per appendere abiti di taglio: le stampelle di fatto misurano circa 40/43 cm ma va considerato la larghezza comprensiva dell’indumento più abbondante che si possiede
Ridurre queste dimensioni significherebbe ritrovarsi con uno spazio inutilizzabile.

I CASSETTI ED I CESTELLI
Ecco un trucco: la parte più alta del mobile, che di norma si aggira intorno ai 2.40 m di altezza è sempre problematica. Mettere un ripiano in quella posizione significherebbe dimenticarsi per sempre qualsiasi cosa vi venga appoggiata sopra. L’utilizzo di cestelli scorrevoli trasparenti permette facilmente di controllare senza sforzo tutto ciò che si è deciso di riporre.
Lo stesso vale per la parte inferiore: il cestello, sebbene di minor costo, non è adatto. La polvere che si forma sul ripiano di base è ingestibile l’unica cosa che salva è un bel cassetto facile da estrarre e protettivo degli indumenti.
Ovviamente ricordate di spolverare spesso!


“Sapete qual è il complemento d’arredo che più terrorizza l’uomo, mandando in corto circuito i suoi neuroni e facendolo ululare sommessamente, attonito come un dinosauro davanti al meteorite infuocato che lo estinguerà? La (nostra) scarpiera.” _ ROSSELLA CALABRÒ

mercoledì 9 agosto 2017

CHI E' L'ARCHITETTO?

Cosa vuol dire essere Architetto oggi?
Molti pensano che la nostra sia una figura professionale superflua che forse è utile a chi ha un sacco di soldi ma in fondo non serve alla gente normale. Qualcuno ci chiama quando vende la casa e si accorge di non essere in regola con i lavori che ha eseguito a suo tempo.

Vale la pena oggi studiare all'università per 5 anni per essere uno dei tanti professionisti che si trova ad affrontare la crisi del lavoro della nostra società? Ci potrò “campare” con questo lavoro? Sarò in grado di soddisfare ii miei clienti? Quali le soddisfazioni? Quali le “rogne”? Dubbi che affollano i pensieri e spesso, tanto spesso, ti inducono a dire “basta mollo tutto, ma chi me lo fa fare???” Eppure fare l’Architetto è qualche cosa di diverso.

Dopo 10 anni di professione anche se non siamo famosi come Renzo Piano  possiamo dire che siamo contenti di investire tempo ed energie in questa affascinante professione.

È una missione, una passione che nasce da dentro. Il  momento in cui la tua opera viene realizzata e vedi le ansie del committente sparire tutto d’un tratto, e vedi crescere costantemente il sorriso sul suo volto… ecco si è quel momento in cui ti rendi conto che il tuo lavoro è speciale.

L’Architetto non è una singola professione, è un insieme di professioni… lo psicologo (forse a volte addirittura psichiatria), il consulente matrimoniale, il giurista e l'economista……..

All'Università nessuno ti mette la pulce nell'orecchio e ti avverte di quali saranno le problematiche del mercato del lavoro:
- di quanti squali che si definiscono “Colleghi” ti ritroverai davanti;
- di come negli anni la Professione sia cambiata radicalmente;
di come non si possa più ragionare in termini di stile personale (difficile trovare studi di Architettura o Architetti singoli con un imprinting architettonico ben definito); 
- di come spesso si diventa “schiavi” della professione;
- della fine della vita privata (grandi mezzi di comunicazione i “social” ma ti rendono disponibile anche a l’1 di notte!); 
- di come la normativa ti stritola e cambia in continuazione spesso spiazzando il professionista nei confronti della committenza;  
- di come, abolite le tariffe minime, non ci sia più un riferimento e tutto si sia trasformato in un Far West economico.

Eppure fare l’Architetto significa avere uno Scopo… avere la prontezza e la volontà di guardare negli occhi il Cliente e leggere nelle sue pupille sogni e preoccupazioni. La capacità di mettere a proprio agio le persone con sé stesse e con gli altri è fondamentale nella nostra professione. Sedersi di fronte al cliente e presentarsi, MAI come la scienza infusa “so tutto io”, ma come un partner (certamente tecnico), come un alleato è una meravigliosa avventura. Il ruolo di supervisore nei confronti della ditta che esegue i lavori e di consigliere del cliente è ogni volta una nuova sfida.


È tutto lì il trucco… vedere quei sogni e realizzarli al meglio.

L’empatia che sviluppa l’Architetto non ha pari. Si toccano troppi interessi personali, soprattutto quelli economici! Per questa ragione è fondamentale la Fiducia estrema, esclusiva e definitiva tra il Professionista ed i suoi Clienti.

Non è secondario il rapporto Professionale, che deve rimanere tale, ma l’esperienza insegna che i mesi di progettazione e di ristrutturazione rendono Complici le parti quasi Amici…per la scelta dell’architetto è fondamentale.
Compiti dell'Architetto: Conoscenza dell'UomoImmaginazione Creatrice, Bellezza, Libertà delle scelte.”_ LE CORBUSIER